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Sono troppo caotica per definirmi in poche parole, ma come diceva Nietzsche "bisogna avere il caos dentro di sé per partorire una stella danzante"...

lunedì 4 maggio 2009

L'Aquila. Continuo...

E anche il secondo giorno è andato... Che dire?

Il mio compito è prevalentemente di tipo amministrativo e logistico. Dal mio ufficio con le ruote (camper) devono passare tutti i fogli, autorizzazioni, richieste, che riguardano qualunque attività del campo. Per fortuna che Giorgio, il capo campo, è simpatico, sennò lo sai che che vita, la mia!!
Riesco a scrivere questi articoli (comunque a "pizzini", nei momenti di calma apparente), perché il mio ruolo di topo d'archivio mi permette di stare dietro al computer, sennò mi sarei dovuta appuntare le sensazioni e scriverle tutte insieme.

Il nostro campo è gestito interamente da Misericordie: noi, e una Misericordia di Roma (non vi dico i nomi, che non so se l'UGEM mi mette sul rogo, visto che non sono così certa che possiamo commentare il nostro servizio qui). Noi, Misericordiosi, chiamiamoci così, siamo fondamentalmente allegri e contenti di quello che facciamo: una strana euforia da soddisfazione. E poi... Vi immaginate?, fiorentini e romani... Le cazzate si sprecano, proprio :D

Comunque, lasciamo perdere le cazzate che volano...

Dicevo, da una parte ci siamo noi, con una carica allegra, che riusciamo a collaborare fra di noi in maniera piacevole, oltre che proficua; dall'altra LORO, gli sfollati. Si vede hanno voglia di ridere e che vorrebbero avere un sentimento di allegria "pura", ma non riescono: anche quando ci ringraziano o ridono delle nostre cavolate, hanno lo sguardo spento. Come una cataratta che gli sfoca le emozioni positive con tutto il dolore e lo smarrimento che il sisma ha portato nelle loro vite. E ti senti disarmato: non vogliono pietà, e allora quando parli cerchi di fargli capire che il sentimento che maggiormente senti è COMPASSIONE. Che vorresti poter caricarti un pezzo della loro disperazione solo per rendergli più leggero questo momento. Il problema è che nessuno di noi sa veramente come ci si sente a sentirsi stravolgere la vita in 22 secondi. L'immaginazione non basta. Non è nemmeno concepibile il sentimento di impotenza assoluta che un evento del genere può procurare.
Ora, ci sono anche persone con un grande spirito, che ironizzano, sminuiscono il problema e la prendono con filosofia. Ma sono raramnente eccezionale, sovrumane. Loro sono gli EROI.

P.S. Scusate se abuso dell'aggettivo strano, ma scrivo di getto e non riesco a trovare dei sinonimi -.-
P.P.S. Nel prossimo post, spero di mettervi delle foto di quello che è il campo, il mio ufficio e le persone che ci sono.

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